Nel 1991, nel ghiacciaio del Similaun  (tra Austria e Italia), fu rinvenuta la mummia di un uomo primitivo risalente a 5.000 anni fa. Le è stato attribuito il nome di Otzi.
Otzi fu trovato perfettamente conservato così come gli oggetti che portava con se.
Dovevamo parlare del Fomes fomentarius! Bene! Nella sacca dell’Uomo venuto dal ghiaccio, fra gli altri oggetti, c’era un fungo. Si tratta, appunto, del Fomes fomentarius. Perché quell’uomo portava con se un fungo lignicolo?
Per accendere il fuoco!
Nella parte interna del fungo, tra il cappello e l’imenoforo (formato da tubuli),
c’è una sorta di bambagia (strato di amodou). Colpito dalle scintille lo strato di amodou prendeva fuoco facilmente ma, non produceva fiamma così bruciava lentamente e durava a lungo. Al momento del bisogno si aggiungevano foglie o erba secche e si otteneva la fiamma. Le scintille per accendere l’esca erano prodotte dalla pirite battuta contro la selce (pietra focaia).
Era utilizzato, anche, per guarire le ferite. Facilitava la coagulazione assorbendo il sangue.

Il Fomes fomentarius non è un fungo raro, anzi, in Italia ed in Europa è molto comune. Nelle faggete del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili è molto diffuso. Parassita, lo possiamo trovare attaccato ai tronchi degli alberi come fosse una mensola, quindi non ha gambo (sessile). Di colore grigio più o meno chiaro. E’ di medie – grandi dimensioni, dura molti anni.
Crescendo si formano zonature sovrapposte che rivelano gli anni del fungo e le situazioni climatiche dei vari anni.
Quando l’albero muore da parassita diventa saprofita. Continua, dunque, a crescere sempre nello stesso verso sull’albero caduto assumendo una forma curiosa.
Questo fungo, troppo duro per essere mangiato,  è stato utilizzato per fini ben più importanti nella storia dell’uomo. Per gli uomini primitivi il fuoco era un bene prezioso che doveva essere  conservato il più a lungo possibile poiché non era semplice originarlo. Fino a pochi secoli fa il Fomes fomentarius è stato una delle esche più efficaci.  Per questo motivo è chiamato “fungo dell’esca”.

 

Tassonomia

Classe Basidiomycetes
Ordine Polyporales
Famiglia
Polyporaceae
Odore fungino, gradevole

 

La mummia del Similaun è conservata a Bolzano, al Museo Archeologico dell’Alto Adige

 

A cura di Ada Maria Incollà