Informazioni
INDIRIZZO MUNICIPIO
Comune di Licenza
Via Don Minzoni 12 00026 Licenza (RM)
NUMERI UTILI
Centralino 0774 46031 – Fax 0774 46582
EMAIL PEC
servizidemografici.licenza@legalmail.it
SITO ISTITUZIONALE
www.comunedilicenza.it
POPOLAZIONE
983 Abitanti
CODICI
Codice Istat 058051 – Codice catastale E576
ALTITUDINE
475 m s.l.m. – minima: 374 – massima: 1.361
COORDINATE GEOGRAFICHE
42,0751° n – 12,9010° E
La storia
Il Borgo sorge poco lontano dalla famosa villa di Orazio, mentre rimane incerta l’ubicazione dell’insediamento romano di Ustica sul corso del Digentia, il torrente Licenza ricordato dal poeta latino nell’XVIII del primo libro.
Nel circondario del paese sono state individuate numerose ville, insediamenti agropastorali e sepolture di età repubblicana.
Ubicato sulla destra ortografica del torrente Licenza, il borgo presenta ben conservato e leggibile l’impianto urbanistico medievale su cui domina il Castello Orsini vendettero parte del possedimento ai Borghese e successivamente, dopo alterne vicende di passaggi di proprietà tra le due famiglie, nel XVIII sec. l’intero borgo divenne dei Borghese.
Vicino Licenza sorge la frazione Civitella di Licenza antica fortezza militare strategicamente collegata alla Abbazia di Farfa fino al 500.
Il paesaggio
La particolare posizione del centro di Licenza, a chiudere la bellissima valle del torrente omonimo, ne fa’ uno degli accessi privilegiati per la scoperta dei diversi aspetti paesaggistici e quindi naturalistici dell’intera area protetta. A Nord-ovest si sviluppa la lunga dorsale del Monte Pellecchia, massima elevazione del parco (1368 m), caratterizzato da una morfologia più accidentata rispetto ai versanti che si affacciano sulla Sabina; ad oriente il vasto balcone orografico che si apre sulla valle dell’Aniene costituito dall’altipiano marnoso-argilloso, al margine del quale si localizzano i Lagustelli di Percile. Di particolare suggestione sono le profonde e incassate valli che definiscono il massiccio del Pellecchia e che si sviluppano a partire dal piccolo centro di Civitella o quelle che, come la valle del fosso delle Chiuse, a ridosso della villa oraziana, conducono all’interno del parco in direzione del Pratone di Monte Gennaro. Gli ambienti che s’incontrano in questa variegata configurazione territoriale, risentono di numerose variabili, anche estremamente localizzate, dovute proprio alla morfologia e quindi alla diversa esposizione solare che influenza veri e propri microclimi.
I versanti esposti a Sud, caratterizzati da ambienti rupicoli, vengono colonizzati da leccete arbustive (Quercus ilex), mentre le profonde valli dei torrenti permettono lo sviluppo di consorzi forestali dai caratteri mesofili con essenze quali il nocciolo (Corylus avellana) o il raro tiglio (Tilia sp.). Allo sbocco delle valli verso il torrente Licenza si rinvengono, negli ambienti più freschi non occupati dal querceto con prevalenza di roverella (Quercus pubescens), essenze di una macchia collinare come il laurotino (Viburnum tinus), mentre boscaglie a orniello (Fraxinus ornus), maggiociondolo (Laburnum anagyroides) e carpinella (Carpinus orientalis) si sviluppano sui versanti e nelle vallecole. Salendo di quota, lungo i versanti acclivi del Pellecchia, si incontrano boschi misti di caducifoglie con carpino (Ostrya carpinifolia), localizzate cerrete (Quercus cerris), acero d’Ungheria (Acer obtusatum), acero di monte (Acer pseudoplatanus), sorbo montano (Sorbus aria) che cedono terreno a favore di boschi a prevalenza del faggio (Fagus sylvatica), con agrifoglio (Ilex aquifolium), maggiormente conservati in direzione del Pratone. L’aspetto accidentato della morfologia e la conseguente esistenza di microambienti e biotopi circoscritti permette la sopravvivenza di una nutrita comunità animale che conserva elementi di primario interesse. Primo fra tutti la presenza nell’area del Pellecchia di una coppia nidificante di aquila reale (Aquila chrysaetos) che rappresenta il principale aspetto faunistico dal quale è maturata la scelta di porre sotto tutela l’intero territorio dei Monti Lucretili. L’areale di caccia dell’aquila comprende buona parte del comprensorio montuoso e si sviluppa sul settore settentrionale del parco e verso le aree esterne orientali, comprendendo le vaste zone aperte degli altopiani e delle praterie d’altitudine delle dorsali sulle quali è più facile l’avvistamento delle prede. Le prede sono costituite dalla lepre (Lepus europaeus) presente nelle aree dei pascoli cespugliati, dallo scoiattolo (Sciurus vulgaris meridionalis) frequente negli ambienti forestali e da animali di taglia maggiore quali volpi (Vulpes vulpes) e tasso (Meles meles); non ultimi i serpenti offerti ai nidiacei. La presenza della rara martora (Martes martes) è stata accertata, ad esempio, nell’area di Colle Franco in prossimità del paese. L’istrice (Hystrix cristata) frequenta gli ambienti ripariali del Licenza e del tratto finale dei corsi d’acqua tributari. Sulla lunga dorsale del Monte Pellecchia occupata da pascoli e praterie rocciose si incontrano piccoli gruppi della rara coturnice (Alectoris graeca) un uccello che solo occasionalmente si lancia in piccoli e brevi voli preferendo correre velocemente tra le rocce.