mp3 Orecchio verde

 mp3 La filastrocca della lentezza

mp3 Buon anno ai gatti

mp3 ninna nanna per una pecorella

Video cliccare due volte per ingrandire l’immagine

La pecorella

La canzone dell’orecchio verde

Buon anno ai gatti

Le avventure di Flora e Arutan
Alunne e alunni della classe seconda della Scuola Primaria di Poggio Moiano.

Un giorno nel piccolo paese di Vivobene, nel Parco dei Monti Lucretili, due bambini, Flora e Aurutan, decisero di andare ad esplorare un boschetto vicino al ruscello Fontefresca.
Il boschetto si chiamava Querceto, era vicino al paese ed era fitto fitto di piante che si innalzavano verso il cielo: querce, faggi, abeti, pini, grandissimi cespugli di rose canine e ginestre. Nel sottobosco, invece, crescevano ciclamini selvatici e viole. Costeggiavano le sponde di Fontefresca bellissimi ciuffetti di primule gialle. Le piccole ma stupende macchie di color blu degli iris, spiccavano in mezzo a tanto verde. Dovete sapere che Vivobene era famoso per gli oliveti e le vigne che gli abitanti del paese coltivavano con grande cura e allegria. L’olio e il vino che producevano erano ricercati in tutta Italia.
Flora e Arutan quel giorno si alzarono all’alba e si incamminarono alla volta di Querceto. Mentre passeggiavano furono attratti da uno scricciolo: erano due scoiattoli che saltellavano sul tappeto di foglie e tenevano nelle zampette due noci. Arutan, veloce come il vento, catturò uno dei due animaletti. Flora decise di chiamarlo Pelosino perchè anche gli occhietti furbi e impauriti erano coperti da una folta peluria. Però i due bambini pensarono che Pelosino senza il suo compagno sarebbe morto di nostalgia, quindi lo lasciarono libero.
Pelosino, con quattro salti, raggiunse l’altro scoiattolo su un albero  e Arutan e Flora, alzando gli occhi verso l’alto per guardare i due animaletti, videro una stupenda aquila con le ali aperte che cercava di catturare una lepre. L’aquila era meravigliosa e bambini decisero di chiamarla Suprema perché era la più grande e stupenda tra gli animali che conoscevano. Diedero il nome anche alla lepre che cercava di mettersi in salvo facendo dei salti acrobatici impressionanti e proprio per questo fu chiamata Salt. Flora urlava a Salt:” Corri, non farti mangiare da Suprema!” Arutan, al contrario, tifava per Suprema:” Vola! Vai più veloce del vento!
Acchiappa Salt e in un boccone… mangiala!” la scena era terrificante e il povero Salt finì nel grande becco di suprema che si affretto a raggiungere il suo aquilotto nel nido per nutrirlo. Arutan consolò Flora dicendole:” E’ la natura ! Per sopravvivere l’animale più forte mangia il più debole!” Non aveva finito di pronunciare queste parole che inciampò in qualcosa di pungente: era il Riccetto Spuntone che con molta tranquillità attraversava il sentiero del bosco. Mentre sorridevano nel guardarlo, sentirono un lamento e cominciarono a cercare intorno finchè non scorsero una volpe dalla voluminosa coda rossa intrappolata in un laccio. “Dobbiamo liberarla !” Urlarono insieme i due bambini, ma non avevano con loro nemmeno un coltellino. Come fare? Aurtan cercò nel terreno un sasso piatto e tagliente. Flora accarezzava la volpe, alla quale aveva dato il nome di Rossina, intanto Arutan piano piano cercava di tagliare il laccio.
Improvvisamente una voce minacciosa li impaurì:” Cosa fate voi due?! Chi vi ha dato il permesso di liberare la volpe? Toglietevi da li, altrimenti poveri voi!” E subito sparò un colpo di fucile in aria. I bambini si spaventarono e gli uccelli del bosco svolazzarono da tutte le parti. Una ballerina gialla cadde a terra tramortita dal rumore dello sparo.
Il bracconiere, soprannominato Spavento, stava per acchiappare i bambini, quando alle sue spalle arrivò un grandissimo e inferocito cinghiale che con una sonora musata sul sedere, fece cadere a terra Spavento. Il bracconiere urlava di dolore perché si era slogato una caviglia e Arutan e Flora se la diedero a gambe finchè arrivarono al ruscello di Fontefresca. Si tolsero le scarpe per rinfrescarsi i piedi nell’acqua fresca. All’improvviso Flora urlò:” Aiuto !! Sento un pizzico nel piede!” Era una piccola salamandra con gli occhiali che con le sue quattro zampette si arrampicò fin sopra il ginocchio di Flora che sembrava una pazza per quanto urlava e si dimenava per la paura. Arutan prese la salamandra e la chiamò Esmeralda. Poi cercò cercò di calmare la sua sorellina facendole vedere che Esmeralda era molto pacifica. Mentre si rimettevano i calzini e le scarpe, una gazza ladra si posò sulla spalla della bambina e in men che non si dica, le sfilò un orecchino. Arutan commentò:” E’ colpa tua, non si va a fare una escursione in ghingheri e piattini! Ben ti sta!” Flora ribattè:”quella gazza ladra si può chiamare solo Rubina, perché urla e basta!” tutta sconsolata si avvicinò a suo fratello e decisero di tornare a casa. Non sapevano che sulla strada del ritorno avrebbero avuto una bella sorpresa.
Seminascosto dietro un cespuglio di ginestre, un sospettoso lupo li osservava e anche loro si accorsero di lui, ma non si spaventarono perchè sapevano che se non è disturbato il lupo non attacca. Per questo motivo lo chiamarono Ami, diminutivo di amico perché il lupo non va considerato come un nemico. “ Che bella giornata!” esclamò Arutan “ E’ stata ricca di belle avventure.” Replicò Flora.
Tutti soddisfatti tornarono a casa.