Il romitorio di S. Angelo

Sul versante meridionale del Monte Pelato, sotto un affioramento roccioso calcareo, vi sono i resti di un antico edificio religioso, il convento di S. Angelo, costruito a ridosso dell’omonima grotta. Qui, come per altri siti di interesse storico del Parco, la natura ha riconquistato i suoi spazi e ora la struttura si trova circondata da un bosco misto di roverelle, carpino orientale e ornielli e da arbusti di terebinto e siliquastro. L’edificio, realizzato in blocchetti di pietra locale connessi con malta, è addossato alla formazione rocciosa, mentre nella parte inferiore della facciata è ancora identificabile un doppio contrafforte realizzato per dare maggiore solidità alla struttura. Ben visibili in facciata un’ampia apertura centrale ad arco e due finestre laterali rettangolari, ma nel complesso la struttura e quelli che dovevano esserne gli ambienti sono ancora avvolti dal velo del mistero.

On the southern slope of the Mount Pelato, the remnants of an old monastery can be found. This was built against a cave dedicated to S. Michael Archangel, but also linked to the life of Amadeo the Portugues, an ermit Saint, and to Davide Lazzaretti, the “Amiata Mountain, Profet”. We don’t know th eexact period in which the cave was inhabited; it was probably already visited in the Middle age but the first certain account of it is from 1471, year in which the francescan monk Amadeo da Silva y Menezes, AKA Amadeo the Portuguese, sought hermitage in here. It’s likely that in this period the monks of the nearby convent of S. Maria delle Grazie changed the monastery in the convent that is still present opposite the cave, and inhabited since the beginning of the 1700’s. In 1868, another hermit lived for a brief period in the convent, by then abandoned, this is David Lazzaretti, founder of the Universal Chruch Giuris Davidica. According to the tradition, S. Peter appeared to the “Profet of Amiata Mountain”, ordering him to found there his church. David Lazzaretti died in 1859 in a fire exchange with the authorities, but the Davidian Church still existed and has elevated at sacred site the Cave of S. Angelo.

Culti sotterranei

La Grotta di S. Angelo rappresenta un esempio perfetto di come le credenze ancorate al mondo sotterraneo si intrecciano e si sovrappongono. La grotta, infatti, è dedicata a S. Michele Arcangelo, ma è legata anche alla storia di Amedeo Portoghese, un santo eremita, e a Davide Lazzaretti, il “Profeta dell’Amiata”. L’Arcangelo Michele, capo delle schiere angeliche e protettore dei credenti, viene raffigurato sempre nell’atto di schiacciare il drago (simbolo del male), ma è anche legato al culto delle acque guaritrici, alla sfera del parto e a quella della morte; per tutti questi motivi, molte grotte della Sabina sono a lui dedicate e la sua adorazione finiva per sostituire antichi culti pagani, compreso quello di Wotan (Odino), divinità nazionale dei Longobardi. Non sappiamo il periodo esatto della prima frequentazione della grotta, probabilmente già visitata nel medioevo, ma la prima notizia certa risale al 1471, anno in cui il frate francescano Amadeo da Silva y Menezes, meglio noto come beato Amadeo Portoghese, vi si ritirò a vita eremitica. È probabilmente in questo periodo che i monaci Amadeiti del vicino convento di S. Maria delle Grazie trasformarono il romitorio nel convento che ancora si vede davanti alla grotta, abitato sino all’inizio del ‘700, nonostante la soppressione dell’ordine degli Amadeiti nel 1566 per volere di Papa Pio V. Nel 1868, un altro eremita dimorò per un breve periodo nel convento ormai disabitato: si tratta di David Lazzaretti, fondatore della Chiesa Universale Giuris Davidica. Secondo la tradizione, S. Pietro apparve in visione al “Profeta dell’Amiata”, ordinandogli di fondare lì la propria chiesa. David Lazzaretti morì nel 1859 in uno scontro a fuoco con le autorità, ma la Chiesa Davidiana esiste ancora e ha elevato a luogo sacro la Grotta di S.Angelo.