Dal mondo dei passeriformi informazioni importanti per la gestione dell’area protetta.
 
Per chi frequenta la natura da visitatore occasionale, sembra quasi impossibile che informazioni preziose possano essere ricavate dall’osservazione del numeroso e decisamente vario gruppo dei passeriformi, eppure, chi si interessa di ecologia e di ambiente a diverso titolo sa che non si può ignorare il valore che anche la specie più piccola ha, nella definizione degli equilibri naturali. 
 
La Comunità Europea al riguardo già nel 1979 riconosceva, con l’emanazione della Direttiva Uccelli 79/403/CEE (successivamente aggiornata con la Direttiva 2009/147/CE), l’importanza della tutela delle specie ornitiche, nonché dei loro habitat, anche in relazione alle rotte migratorie, "considerando che 
 
  • gran parte delle specie di uccelli viventi, nata realmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli stati membri appartiene alle specie migratrici;
  • che dette specie costituiscono un patrimonio comune e che l’efficace protezione degli uccelli è un problema ambientale tipicamente transnazionale[…];
  • che la preservazione, il mantenimento o il ripristino di una varietà e di una superficie sufficienti di habitat sono indispensabili alla conservazione di tutte le specie di uccelli "(Direttiva Uccelli, 79/403/CEE).
Per promuovere dunque la ricerca, la suddetta tutela del patrimonio ornitico  e la conseguente corretta gestione del territorio, si è proceduto all’individuazione di Zone di Protezione Speciale (ZPS), una delle quali è ricadente proprio nel Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili (IT6030029).
Anche in considerazione di ciò, da circa tre anni, è stato avviato, all’interno del Parco, ad opera dell’ornitologo Sterpi Maurizio e dei suoi collaboratori, in cooperazione con il Servizio Naturalistico dell’Ente Parco e  con la collaborazione operativa del Servizio Guardiaparco, un progetto di studio sulla migrazione dei passeriformi, condotto attraverso il posizionamento di reti rimovibili presso tre Stazioni di cattura ed inanellamento dislocate, in periodi ben definiti, in diversi siti nel Parco (Casa del Pastore – Monteflavio, Lagustelli -Percile, Monte Pellecchia).
 
In ogni stazione dunque sono state montate temporaneamente reti lunghe circa 12 mt per un’altezza di 2,4 mt., ciascuna divisa in 4 "sacche" nel senso della lunghezza. Gli ambienti selezionati dovevano necessariamente rispondere ad alcune caratteristiche, quali la presenza di acque di superficie e di copertura boschiva, ovvero  di una componente vegetazionale arbustiva o cespugliosa  nei comprensori prativi. Un unico esperimento è stato ad oggi condotto sui prativi sommitali, con presenza di pietraie, della cima del Monte Pellecchia (1369 mt ca slm). 
 
Le suddette reti, nelle giornate di cattura, sono state aperte all’alba, controllate rigorosamente ogni ora (o anche ad intervalli più frequenti, se le condizioni climatiche lo richiedevano) e sono state ovviamente richiuse in sicurezza  al termine di ogni sessione giornaliera.
 
La prima annualità, nel 2009, ha visto  una fase iniziale "sperimentale", finalizzata in primo luogo all’intercettazione della rotta migratoria. Successivamente, accertata l’esistenza di un flusso migratorio e  individuate le Stazioni più significative in tal senso, nuove sessioni di cattura sono state ripetute in primavera, tarda estate e autunno, anche negli anni successivi, per un totale di circa 80 giornate di ricerca, durante le quali sono stati catturati ed inanellati più di 1070  uccelli appartenenti a circa 40 specie diverse.  
 
I dati raccolti fino ad ora hanno già prodotto importanti risultati sulla ricchezza della biodiversità  riscontrata negli ambienti montani studiati, in quote comprese fra i 700 e i 1300 mt. 
Altre interessanti osservazioni rilevate dovranno col tempo essere accertate e/o confermate, come la presenza nel Parco di specie in Direttiva o la possibile nidificazione di alcuni uccelli per i quali era noto ad oggi il dato di presenza ma non quello riproduttivo, o infine la presenza di specie per le quali non sono stati registrati più dati negli ultimi anni. 
 
E’ ancora presto dunque per conoscere l’esito finale degli studi attualmente in corso, per i quali ci auguriamo soprattutto che possano avere un peso decisivo nella gestione dei territori degli habitat di riferimento. Nell’attesa pubblichiamo una breve galleria fotografica .
 
LE STAZIONI:
Sveglia all’alba: non sempre la stazione si raggiunge con gli automezzi…
E per montare le reti  il vento non è proprio d’aiuto !
Il controllo va fatto con regolarità su tutte le reti e solo l’ornitologo ed i suoi collaboratori,
esperti ed autorizzati, hanno la manualità (ed il titolo) per liberare li uccelli.
 
Ogni esemplare preso nelle reti viene riposto momentaneamente in un sacchetto di cotone, che gli consente di respirare perfettamente, ma anche di rimanere tranquillo, in assenza di luce. Ad ognuno viene apposto sulla zampa un anello recante un codice alfanumerico, diverso a seconda delle specie.
 
Vengono poi valutati tutti i parametri biometrici: il peso, il sesso ove possibile, la lunghezza del tarso, le misure dell’ala, la massa grassa, lo stato di avanzamento della muta (che dà importanti informazioni sull’età), la presenza della placca sul ventre tipica degli uccelli in cova, persino il colore dell’iride per alcune specie…
I dati vengono contestualmente registrati su apposite schede e gli uccelli liberati subito sul posto.
Naturalmente alla fine di ogni giornata le reti vengono chiuse per la notte. 
 
Due…piccioni con una fava!
L’incontro con questo appassionato gruppo di ricercatori ha prodotto degli importanti risultati anche sul piano dell’Educazione Ambientale.
 Infatti diversi progetti, condotti nelle scuole dal Servizio Guardaparco in collaborazione con il Servizio di Educazione Ambientale dell’Ente, si sono conclusi con una visita presso le Stazioni di Inanellamento, dove i ragazzi appartenenti a diverse classi di istituti scolastici dei Comuni del Parco, hanno potuto seguire Maurizio nelle varie fasi sopra descritte, osservare dal vivo e da vicino la ricchezza di forme e colori degli uccelli ed apprezzarne anche la diversità di abitudini e comportamenti attraverso la voce esperta di Mara (una delle collaboratrici di Maurizio), che, nel rispondere alle numerose domande dei giovani visitatori, ha rivelato spesso molte stravaganti curiosità sul variegato mondo degli uccelli.
 
 
Notizia del 13 Gennaio 2012