Poggio Runci e il fenomeno dell’incastellamento

Il castrum di Poggio Runci risale alla prima metà del XII secolo ed è, come altri siti del Parco (Castiglione, Castel del Lago, Colle Spogna, Petra Demone), un esempio di struttura difensiva arroccata tipica del fenomeno dell’incastellamento.La bolla di papa Anastasio IV (1153-54) sottolinea come fossero appartenenti al monastero di S. Maria in Monte Dominici sia la chiesa di Santa Maria posta nel castello di Poggio Runci che una chiesa denominata S. Biagio in Runci, di cui si sono perse le tracce.Si ritiene che il castello potesse già essere in stato di abbandono intorno alla metà del XIV secolo, essendo indicato come “casale” in un atto del 1375 con cui lo stesso veniva ceduto alla chiesa di Santa Maria in monasterio di Roma. Fonti storiche attribuiscono alle truppe di San Polo dei Cavalieri, divenuto feudo della famiglia Orsini nel 1390, la distruzione di Castellaccio, Spogna e Poggio Runci.
The castrum of Poggio Runci dates back to the first half of the twelfth century and is an example of typical defensive perched structure related to “incastellamento” phenomenon, as other sites in the natural park (Castiglione, Castel del Lago, Colle Spogna, Petra Demone).
The act of Pope Anastasius IV (1153-54) explain that the Church of S. Mary placed in the castle of Poggio Runci and the Church calles St. Biagio in Runci were part of the Church of S. Mary in Monte Domenici. It is believed that the castle could already be in a state of abandonment in the mid-fourteenth century, because of the indication found in an 1375 act as a rural house transferred to the church of S. Maria in Monasterio in Rome. Historical sources attribute to the troops of San Polo dei Cavalieri, fief of the Orsini family in 1390, the destruction of Castellaccio, Spogna and Poggio Runci.
L’incastellamento
Il termine “incastellamento” venne coniato dallo storico Pierre Toubert durante i suoi studi sul Lazio medievale. Le sue analisi riguardarono il processo di una lenta trasformazione (tra il 920 ed il 1150) degli insediamenti sparsi in nuove forme di agglomerati urbani più compatti ed organizzati attraverso i castra o i villaggi fortificati. Nei suoi scritti, Toubert afferma che il X secolo ha sancito per la campagna laziale un netto taglio con il passato e l’inizio di un nuovo modello di abitare totalmente differente con quello precedente. Si tratta, peraltro, di un fenomeno che si è protratto fino al XII secolo.
Le vicende storiche dell’epoca, dovute alle numerose incursioni a opera di popoli venuti da lontano (Saraceni, Normanni, Magiri) e alle lotte interne per la supremazia territoriale costrinsero i signori e i proprietari terrieri a costruire le loro dimore su promontori facilmente difendibili, fortificandole con imponenti opere difensive, e le popolazioni a cercare sicurezza e protezione nei nuovi insediamenti fortificati. Ci sono anche altre teorie, come afferma Toubert, secondo le quali la nascita di questo fenomeno non fu dovuta alla necessità di proteggersi dagli invasori, bensì di avere un completo controllo egemonico sul territorio e sulla popolazione che vi abitava. Il castello, così, non rappresentava soltanto la nobile dimora di un signore al riparo dai pericoli esterni, ma divenne, col tempo, un vero e proprio fulcro della vita del Medioevo; intorno ai castelli si svilupparono veri e propri villaggi fortificati in grado di accogliere entro le proprie mura gruppi di famiglie che qui trovavano riparo prestando in cambio la loro manodopera nelle terre del proprietario. I castelli quindi si trasformarono in borghi, con le loro fortificazioni, la residenza del signore, le abitazioni dei contadini e tutto il necessario alla vita di una comunità.