Perché un museo sulla tradizione orale? A cosa servono i racconti che danno il titolo al museo?
Il territorio dei Monti Lucretili così vicino Roma e, per certi versi, anche così integrato nell’Appennino, stretto fra le vie che penetrano verso l’Adriatico secondo due direzioni, quella della Salaria e quella della Tiburtina, è il luogo di incontro, di scontro e di sedimentazione di tradizioni diverse, legate agli spostamenti periodici di pastori, ai commerci tra i due mari, all’insediamento di genti che confinano con il territorio di Roma.
Luogo di ville rustiche in Età romana e poi di spartizione fra le famiglie baronali che contavano a Roma, è sempre stato presente e remoto, vicino e lontano dagli eventi che muovono la storia. A chi lo guardi con gli occhi di oggi sembra un paesaggio dalla natura affascinante, da percorrere in piacevoli itinerari a piedi. A chi vi risieda sembra anche il teatro di una fatica millenaria legata alle attività nei boschi, alla pastorizia, alla agricoltura su un terreno difficile. Ma l’identità di un territorio non è semplicemente quello che vediamo e nemmeno una serie di eventi storici. È anche l’immagine mentale che ne hanno le persone che lo abitano e che lo vivono. È l’insieme dei vissuti – racconti, suggestioni, ricordi – che danno forma e colore a questa immagine. Nel volgere dei millenni l’identità dei luoghi è stata fortemente influenzata dalla percezione che ne avevano le popolazioni locali e dalla trasmissione della memoria da una generazione all’altra. Il rapporto di una comunità con i luoghi si tinge spesso di aspetti sovrannaturali e fa riferimento al mito. Il mito giustifica le regole di convivenza umana, i rapporti con l’elemento naturale e con il divino che vi sovrintende. Tramite il mito, che si fonda sulle forze “archetipe†che condizionano il destino di tutti i viventi, la collettività dipinge i comportamenti sociali da rispettare nella vita comune.
In questo senso il nostro paesaggio si popola di elementi che, a tutta prima, non erano visibili, i sentieri si affollano di presenze, ogni elemento si carica di una particolare connotazione, diviene favorevole o minaccioso.
Ogni luogo può essere letto perciò attraverso gli occhi della memoria dei suoi abitanti e può offrirci così un’esperienza incredibilmente ricca.