Le ville romane nell’area lucretile. La villa rustico-residenziale

L’area lucretile e, in particolare, la fascia pedemontana del versante occidentale dei Monti Lucretili, è stata interessata dalla costruzione di ville rustiche a partire dal II sec. a.C., un fenomeno esploso in ritardo rispetto alle aree più vicine a Roma e a Tivoli (Tibur) a causa del relativo isolamento della zona  rispetto ai principali centri abitati dell’area romana. Un’attività edilizia legata alla disponibilità di schiavi, che talvolta ha portato alla trasformazione delle poche ville già esistenti, le cui tracce sono andate perse o sono di difficile valutazione proprio per effetto delle successive costruzioni delle ville tardo-repubblicane.
Committenti delle ville all’inizio del II sec. a.C diventarono prevalentemente esponenti delle classi ricche di Roma e Tibur. Le ville erano costituite da un’unica platea rettangolare con terrazzamento realizzato in opera poligonale di calcare o in opus incertum, su sui sorgeva un unico edificio rustico- abitativo.
Tra il II e il I sec. a.C. si diffuse un nuovo tipo di villa che potremmo definire rustico-residenziale, caratterizzata da un’ampiezza maggiore (circa 1 ettaro) e da un più elevato livello decorativo. Sono queste le ville che si sono maggiormente conservate nel tempo, grazie alla maggiore solidità dei manufatti. Lo scrittore latino Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) le descrisse sottolineando come queste fossero diventate anche luogo di villeggiatura; la gestione era affidata il più delle volte a un fattore (villicus) e il proprietario le frequentava solo periodicamente come luogo di otium e per monitorare la produzione.
Se l’età imperiale fu caratterizzata dall’ampliamento e dalla ristrutturazione di ville esistenti piuttosto che dalla costruzione di nuove ville, con la comparsa di edifici termali o comunque di un secondo bagno con funzione termale nelle strutture già esistenti, in età tardoantica si assiste all’abbandono di numerose ville con conseguente riduzione delle aree coltivato a causa dell’affermazione del latifondo rispetto al frazionamento fondiario dell’età precedente.

Starting from the II century BC the Lucretrili area, especially the bottom of the western slopes of the Lucretili Mountains has been affected by the construction of rustic houses, whose commissioners have primarily represented the rich classes of Rome and Tibur. The villas which are best preserved are those constructed between the II and I century BC, a type of houses which can be defined rustic-residential, described by the latin writer Marco Terenzio Varrone (116-27 BC) as a holiday destination. Typically, a farmer (Villicus) was entrusted with the management and the landlord only came occasionally to use it as a place for otium (relax) and to monitor the production.
Between 2009 and 2013 archaeological excavations unearthed a large roman villa in the Formello area. This can be classified as a residence for otium, equipped with a thermal bath. It has been hypothesized that the villa has been constructed around 50 BC and inhabited until the IV-V century AC.

La villa romana in loc. Formelluccio

A seguito del ritrovamento nel 1986 di due statue di grande importanza storico-artistica, sono state condotte in loc. Formelluccio, lungo la via Maremmana Inferiore tra Marcellina e Palombara Sabina, campagne di scavi che dal 2009 al 2013 hanno portato alla luce i resti di una grande villa romana. Edificata su un’ampia platea, sorretta da un imponente terrazzamento (lungh. m 76, alt. 4), la villa era composta da un edificio residenziale (domus) e da un giardino con esedra, il cui pavimento in mosaico nero e bianco si è parte conservato. La villa, classificabile come residenza di otium, era dotata anche di un impianto termale. Il materiale e la tecnica costruttiva, nonché la presenza di mosaici e frammenti pittorici, lasciano supporre che la villa sia stata costruita intorno al 50 a.C e abitata presumibilmente fino al IV-V sec. d.C..