Il monastero fu fondato nel X secolo da San Domenico di Sora (951 -1031) su commissione del marchese Uberto, commendatario dell’Abbazia di Farfa, che nel Santo vide, oltre a un’ottima guida religiosa, un buon amministratore dei beni che il nobile avrebbe concesso all’abbazia. Domenico di Sora, ricevuti i voti nel monastero di Santa Maria di Petra Demone, da qui avrebbe cominciato la sua riforma monastica in alternativa al modello benedettino. Ma la storia del monastero è fortemente legata a quella dell’Abbazia di Farfa, alla quale fu ceduta nel 1083 e sotto la cui giurisdizione rimase nei secoli a venire. Nel 1373 Papa Gregorio XI inviò l’abate del monastero di San Lorenzo fuori le Mura di Roma a riformare il monastero, in profonda decadenza spirituale. Il declino dell’Abbazia, accentuatosi poi con l’istituzione della figura dell’Abate Commendatario, nobile a cui era affidata la gestione del suo patrimonio, portò Papa Alessandro VI a sopprimerne nel 1497 “la dignità abbaziale”. Il monastero, abbandonato dai monaci e lasciato all’incuria, venne in seguito utilizzato come fattoria per la mensa conventuale dell’Abbazia di Farfa. La chiesa e le fabbriche furono poi, ingrandite e restaurate, destinate ai monaci farfensi come luogo di villeggiatura per tre mesi l’anno. La struttura di pianta rettangolare racchiudeva due cortili, uno interno e l’altro esterno dove l’abate incontrava i fedeli. Al piano terra del monastero c’erano le officine, al piano superiore gli alloggi dei monaci. La chiesa con tre altari custodiva un tempo arredi in marmo e in legno.

 

The monastery of San Salvatore Minore was founded in the tenth century by S. Domenico di Sora (951-1031), who took his vows in the monastery of Santa Maria di Petra Demone and there began his monastic reform, an alternative to the Benedictine approach. The history of the monastery is strongly connected to that of the Abbey of Farfa, not so far from there, to which the monastery was sold in 1083 and under whose jurisdiction it remained for centuries. In the fourteenth century the monastery entered a phase of decline. In the sixteenth century the monks abandoned it in a state of neglect, deciding to use it only as a farm for the convent refectory of Farfa’s Abbey. The church and its structures were later enlarged and restored in order to be used by Farfa’s Abbey monks as a place of resort for three months a year. The rectangular structure enclosed two courtyards, one inside and one outside the monastery, where the abbot met the faithfuls. On the ground floor of the monastery there were workshops while upstairs there were the monks’ rooms. The church with three altars once had marble and wood decorations.

 

L’Abbazia di Farfa
Nel cuore della Sabina, a circa 20 km dalle pendici settentrionali dei Monti Lucretili, si trova l’Abbazia di Farfa, uno dei più importanti monumenti del Medioevo europeo. Il suo periodo di massimo splendore coincise con l’impero carolingio (IX secolo), durante il quale all’abbazia fu concesso il privilegio di autonomia da ogni potere civile e religioso. Abbazia imperiale, svincolata dal controllo pontificio ma vicinissima alla Santa Sede, seguì le sorti prima dell’impero carolingio e poi di quello della dinastia degli Ottoni. Nella fase di decadenza dell’impero carolingio fu incendiata dai Saraceni, dopo sette lunghi anni di resistenza. Successivamente ricostruita agli inizi del X sec., ritrovò per un breve periodo il suo prestigio durante la dinastia degli Ottoni, prima di passare sotto il controllo dell’autorità pontificia con il Concordato di Worms (1122), da cui ebbe inizio la sua definitiva decadenza. Un documento del 1118 firmato dall’imperatore Enrico V è utile a comprendere il prestigio e l’influenza raggiunta dall’abbazia sotto la dinastia degli Ottoni: con tale atto l’imperatore confermava di pertinenza dell’abbazia le zone di S.Eustachio e Palazzo Madama in Roma, Viterbo, Tarquinia, Orte, Narni, Terni, Spoleto, Assisi, Perugia, Todi, Pisa, Siena, Camerino, Fermo, Ascoli, Senigallia, Osimo, Chieti, Tivoli, il territorio aquilano, il Molise, il porto e metà della città di Civitavecchia.