La Flora
L’attuale popolamento vegetale del Parco è derivato dall’interazione di fattori quali l’adattamento alle condizioni ambientali e l’incisiva azione delle attività antropiche che hanno influito sulla formazione degli aspetti forestali dell’area protetta.
Nella fascia altimetrica che corrisponde al piano basale (fino ai 600 metri), il versante occidentale e sud-occidentale del gruppo montuoso è caratterizzato da una copertura forestale dominata da consorzi floristici della macchia mediterranea e più spesso della macchia alta a leccio. Fillirea, lentisco, cisto, mirto, vegetano insieme a specie che prediligono i suoli basici calcarei, come il terebinto, nelle fittissime foreste dei versanti del Monte Matano o nell’area del Monte Le Carbonere.
Queste formazioni forestali si arricchiscono di specie di origine balcanica-orientale che rappresentano la peculiarità botanica del Parco: l’albero di Giuda, il carpino orientale e soprattutto lo storace, un arbusto dalla bellissima candida fioritura che in questo settore della catena sabina ha trovato le condizioni adatte per una diffusione localizzata all’estremo occidente del suo areale di origine. Estremamente fitte sono le formazioni del querceto misto impostate sui versanti più esposti mentre nelle aree interne, dal clima più fresco e umido, prevalgono le foreste caducifoglie mesofile con maestosi esemplari di acero di monte.
I caratteri montani della vegetazione sono rappresentati da faggete in climax locale che conservano esemplari arborei di dimensioni notevoli come ad esempio nell’area dell’antico tratturo di Valle Cavalera.
Sulle sommità dei rilievi, sede di antiche aree pascolive, si incontrano lembi di praterie montane con specie botaniche di estremo interesse come la Carlina acaulis e l’Iris sabina, un endemismo di questa porzione appenninica. In tutti gli ambienti si può osservare la fioritura delle orchidee, classificate in circa sessanta entità tassonomiche.
Complessivamente la superficie forestale del Parco raggiunge il 70% dell’intero territorio, tale stima comprende anche le estese aree dismesse dalle passate attività agricole e di allevamento ora in parte occupate da caratteristiche formazioni del pascolo cespugliato.
Una delle caratteristiche peculiari della fascia pedemontana del settore sabino e tiburtino del Parco è rappresentata dai suggestivi oliveti impiantati sui versanti montani favoriti da una migliore esposizione e regolarizzati attraverso una fitta rete di terrazzamenti in opera a secco.