La cisterna di Colle Ciccone e le opere idrauliche romane

Nel centro abitato di Marcellina, lungo Via Principe di Piemonte, vi è un’area inedificabile di circa 1390 mq sottoposta a vincolo archeologico, all’interno della quale è stata rinvenuta una cisterna romana di età repubblicana, quasi totalmente interrata. Si tratta di una delle più grandi cisterne romane finora rinvenute nell’area tiburtina e sabina, un manufatto di notevole interesse archeologico e architettonico, non solo per la dimensione dell’impianto, ma anche per la forma e lo stato di conservazione. Il monumento misura 61×103 m ed è internamente diviso in navate sorrette da pilastri, che creano 24 ambienti da 30 mq con la presenza sulle volte a botte di copertura di lucernari che lasciavano passare la luce.

Attualmente l’altezza visibile degli ambienti interni parzialmente interrati va da 3 a 5 m, ma si ipotizza che questa in realtà sia maggiore di 7 m. Una cisterna con murature realizzate in opus incertum costruita tra la seconda metà del II e la prima metà del I secolo a.C., verosimilmente a servizio di una grande villa romana.
Progetti di valorizzazione dell’edificio presuppbongono un’opera di bonifica dell’area dai rifiuti abbandonati sia all’esterno che all’interno del manufatto, lavori di scavo per portare alla luce la parte interrata e interventi di recupero e consolidamento strutturale delle parti danneggiate.

In the populated area of Marcellina, along the road Via Principe di Piemonte, there is a non-developable area of approximately 1390 sqm. It is an area subject to archaeological restriction, within which a Roman cistern from the Republican era has been discovered almost entirely below ground. This artefact is of significant archaeological and architectonic interest, not only because it is one of the largest cisterns discovered in the area of Tiburtina and Sabina, but also because of its shape and condition. The cistern, built between the second half of the II century BC and the first half of the I century BC, was probably serving a Roman residential villa.
The cisterns were usually located at a higher level relative to the rest of the building, but sometimes they were placed under the foundations, with a well sourcing water in the middle of the house.
Another stunning hydraulic work is without doubt the system of dams in the Monteverde area, dating back to the end of the Republican era. These were built to protect the crops of three Roman villas from flooding of the gulley Fosso della Scarpellata.
Opere idrauliche a servizio delle ville romane
Il fenomeno di costruzione delle ville rustiche-residenziali romane nell’area lucretile ha interessato non solo la fascia pedemontana ma anche aree di pendio, caratterizzate da assenza di sorgenti o corsi d’acqua, con la conseguente necessità di attingere acqua potabile e per scopi irrigui da pozzi o cisterne.
Le cisterne, spesso localizzate a quota più elevata rispetto al terrazzamento dell’edificio rustico, erano realizzate con pianta rettangolare allungata a una o più navate, separate da archetti, coperte da volte a botte impermeabilizzate con cocciopesto (opus signinum). A volte la cisterna era invece realizzata al di sotto della platea, con un pozzo che attingeva acqua al centro dell’abitazione.
A quote più basse si trovavano in alcune ville le piscinae scoperte, circolari o rettangolari, usate per la raccolta di acqua per l’irrigazione e forse per l’itticoltura.
Ma l’opera idraulica più imponente è senza dubbio il sistema di dighe dell’area di Monteverde, costruite per difendere le colture delle tre ville romane localizzate nella stessa area da possibili straripamenti del Fosso della Scarpellata. Le dighe, risalenti alla fine dell’età repubblicana, sono coeve delle tre ville per cui si ipotizza che i proprietari abbiano contribuito alla loro realizzazione. Ma il contenimento delle acque era affidato anche a due grandi cisterne realizzate a quote più elevate rispetto al bacino.