I Guardiaparco del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, negli ultimi 4 mesi hanno intensificato controlli mirati nel territorio del Parco Regionale Archeologico Naturale dell’Inviolata, sia tramite sistemi di videosorveglianza (circa 2300 ore) che con pattugliamenti (anche notturni), ed hanno rilevato, circa 40 abbandoni di rifiuti (a mano, con veicoli identificati tramite targa e alcuni con targhe non leggibili) che hanno portato a diverse sanzioni amministrative che potrebbero essere commutate in veri e propri reati da codice penale. Un numero che testimonia un fenomeno ancora grave e inaccettabile, che danneggia l’ambiente, soprattutto quando si parla di Aree Naturali Protette.
Nonostante il territorio sia costantemente controllato e che l’azione amministrativa prosegue con continuità, l’azione di controllo, prevenzione e sanzione non risolve il problema senza il fondamentale contributo dei cittadini: la vigilanza di comunità, la denuncia degli illeciti e soprattutto l’adozione di comportamenti corretti sono strumenti indispensabili per costruire insieme un Parco più pulito e sostenibile.
Dal 10 ottobre la legge 137/2023 prevede una sanzione penale e non più amministrativa nel caso di abbandono dei rifiuti anche da parte di soggetti che non sono titolari di imprese o responsabili di enti. L’art. 255 comma 1 D.lgs 152/2006 stabilisce, infatti, che “chiunque compia abbandono di rifiuti” è punito con ammenda da mille a diecimila euro e la pena è aumentata fino al doppio se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi, (ad esempio, frigoriferi, motori, tubi al neon, rifiuti contenenti amianto, etc.) fatto salvo l’arresto e l’ammenda fino a 26 mila euro per i titolari di imprese o responsabili di enti. Quindi, questa nuova normativa, prevede sanzioni penali anche per i privati cittadini che abbandonano rifiuti, non solo per le imprese.
Si sottolinea che, oltre alle sanzioni pecuniarie, sono previste pene più severe per i casi di abbandono in aree sensibili, come corsi d’acqua o zone protette, con la possibilità di sospensione della patente e, in casi estremi, l’arresto. Inoltre, si evidenzia che le nuove disposizioni si applicano anche ai veicoli aziendali, con responsabilità estesa ai titolari delle imprese per l’omessa vigilanza sui dipendenti.
L’obiettivo di queste nuove misure è quello di contrastare il fenomeno dell’abbandono selvaggio di rifiuti, che purtroppo è ancora troppo diffuso, e di colpire non solo i piccoli gesti di inciviltà, ma anche lo smaltimento illecito di rifiuti in aree industriali dismesse e zone naturali come nel nostro caso.
Molti degli illeciti riscontrati sono riconducibili ai cosiddetti “svuota cantine”, ai quali molti si affidano per smaltire in “economia” cose che si hanno non più utili, o scarti di traslochi; a tal proposito si ricorda che si ha l’obbligo di farsi dare un formulario di smaltimento da coloro a cui “affidiamo” i nostri rifiuti e si ribadisce che, il fatto di abbandonare o depositare i rifiuti in modo incontrollato è un reato in capo ad ogni singolo cittadino che deve assumersi la responsabilità dell’illecito penale. L’auspicio è quello che i cittadini abbiano sempre più chiaro, indipendentemente dall’asprezza della pena, che l’ambiente è di tutti e va assolutamente rispettato e salvaguardato.
Per quanto riguarda la bonifica del sito, attendendo i tempi (presumibilmente non brevi) delle condanne al ripristino dei denunciati, si rammenta che ai sensi del D.Lgs 162/2006 spetta ai comuni la bonifica del territorio, e/o all’Ente proprietario della strada stessa
