Risalendo la Valle di Casoli alle pendici settentrionali del Monte Gennaro (1271 m) e seguendo il sentiero che conduce al Pratone (1017 m), in un fitto bosco di querce e faggi, si trova un ambiente caratteristico di zone umide e ricche di venute d’acqua dal terreno. È il regno delle sorgenti Capo d’Acqua, che nascono dall’incontro della roccia calcarea massiccia con una roccia marnosa e impermeabile. Proprio grazie al contatto tettonico tra la formazione della Corniola Calcarea e le Marne del Monte Serrone, le acque sotterranee emergono in superficie, attraverso varie risorgenze lungo il fosso. Gran parte di queste emergenze sono captate con opere di presa per essere utilizzate a valle, con una portata media complessiva di circa 60 litri/secondo. L’acqua che scorre nel fosso forma delle cascatelle e dei salti molto suggestivi tra la fitta e rigogliosa vegetazione del sottobosco umido, dove si possono incontrare diverse specie di anfibi, quali la Rana appenninica (Rana italica).
Dal punto di vista paesaggistico si tratta di un’area tra le meno accessibili del Parco, una valle stretta e incassata ricoperta di boschi misti a querce e carpini, caratterizzati da un sottobosco ad agrifoglio (Ilex aquifolium). Lungo il corso d’acqua e nelle linee di impluvio si trovano le specie igrofile: il tiglio selvatico (Tilia cordata), il nocciolo (Corylus avellana) e il carpino bianco (Carpinus betulus).

Going up the Casoli Valley at the the northern slopes of Monte Gennaro (1271 m) and following the path that leads to Pratone (1017 m), in a dense forest of oaks and beeches, there is a characteristic environment of wetlands and waters coming from the soil.
It’s the kingdom of the Capo d’Acqua sources, resulting from the contact between the massive limestone and a waterproof marl rock.
Most of these emergencies are taken with intake structures to be used downstream, with an average capacity of about 60 liters / second. The water
flowing in the ditch generate falls and very striking jumps between the dense and lush vegetation of the humid undergrowth, where it is possibile to meet several species of amphibians, such as Apennine frog. The area is among the least accessible of the Park, a narrow valley covered with mixed oak and hornbeam forests, characterized by a holly undergrowth. Along the river and watershed lines are the hydric species (wild linden, hazel, hornbeam).

Le sorgenti del gruppo Le Capore – S.Angelo
Le sorgenti del gruppo Le Capore – Sant’Angelo rappresentano l’emergenza sorgentizia più importante della dorsale carbonatica dei Monti Lucretili, che si estende dal Fosso Capore fino al Fiume Aniene. In quest’area del Parco il sistema fluviale è ben conservato e mantiene una fauna acquatica di elevato valore naturalistico.
L’assetto idrogeologico della valle reatina è fortemente influenzato dall’idrodinamica sotterranea regionale dell’area sabina-reatina,che presenta tre grandi emergenze della falda basale, di portata media elevata, ognuna alimentata da una differente struttura carbonatica: a nord-est le sorgenti di S. Susanna, ubicate al contatto tra i Monti Reatini e la Piana Reatina (5 m3/s); ad est la Piana di S. Vittorino, sede delle Sorgenti del Peschiera e di altre numerose emergenze, per una portata totale di circa 30 m3/s; a sud le sorgenti Le Capore, con una portata media 5 m3/s. Le sorgenti Le Capore, ubicate nella valle del Torrente Farfa in prossimità di Frasso Sabino, sono completamente captate per l’approvvigionamento idrico di Roma e hanno un bacino di alimentazione nei Monti Sabini occidentali, che tuttavia comprende anche tutta la struttura idrogeologica dei Monti Sabini.