Campitello. Là dove pascolano gli animali

La conca valliva del piano carsico di Campitello (1028 m) è solcata dai tratturi utilizzati dagli animali al pascolo, che attraversano il pianoro per giungere a due fontanili omonimi. Il fontanile principale si scorge al margine nord-orientale della distesa erbosa, al diradarsi degli alberi, mentre il secondo fontanile è posto sul versante meridionale del Monte Campitello ad una quota più elevata e non risulta visibile dal piano se non percorrendo un piccolo tratto di sentiero in direzione del Fosso di Vena Scritta.

La morfologia di Campitello rispecchia un fenomeno carsico ancora in piena evoluzione: le doline e le forme carsiche sono solo accennate. Uno dei principali tratturi divide il pianoro in due valli minori ed è delimitato ai bordi da depositi di versante con una pendenza pronunciata e caratteristica di forme in continua evoluzione.
La conca è caratterizzata dalla presenza di esemplari isolati di acero d’Ungheria (Acer obtusatum) e faggio (Fagus sylvatica), mentre ai margini del pianoro vi sono specie arbustive quali l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il biancospino (Crataegus monogyna) e il prugnolo (Prunus spinosa).

The karst plan of Campitello looks like a grassy clearing crossed by cattle tracks used by grazing animals as they move toward the two homonimous dimple springs. The morphology of Campitello reflects a still evolving karst phenomenon. The grassy basin is characterized by the presence of isolated specimens of Hungary maple (Acer obtusatum) and beech (Fagus sylvatica), while on the border of the plateau there are shrub species such as holly (Ilex aquifolium), hawthorn (Crataegus monogyna) and blackthorn (Prunus spinosa).
L’allevamento del bestiame al pascolo brado

Il paesaggio dei Monti Lucretili e, in particolare, quello delle radure erbose, è caratterizzato dalla diffusa presenza di mucche e cavalli al pascolo brado. Si tratta di una pratica che affonda le radici nella storia delle popolazioni locali. Lontana dalle grandi direttrici della transumanza storica da e verso le campagne dei litorali tirrenico e adriatico, l’area lucretile è stata da sempre interessata da una transumanza di piccolo e medio raggio tra le alture e le tenute agricole della fascia pedemontana e della campagna romana. Capre e bovini venivano portati nelle aree boscate, mentre i cavalli e le greggi venivano lasciati pascolare nelle praterie d’alta quota prevalentemente concentrate nell’area del Monte Gennaro.
Oggi gli allevatori dei paesi vicini salgono periodicamente in montagna per tenere d’occhio gli animali, i cui spostamenti sono sempre circoscritti alle aree limitrofe ai fontanili.

I fontanili

Il Parco dei Monti Lucretili è ricco di fontanili, costruiti soprattutto in corrispondenza delle emergenze sorgentizie minori presenti in tutta l’area. La loro diffusione è stata favorita dal fabbisogno agro-zootecnico e dalla presenza di molte falde circoscritte, che emergono in zone puntuali con portate modeste, ma utili ai fini richiesti. Si tratta in molti casi anche di antichi fontanili ristrutturati, con sistemi moderni di regolazione della portata e che servono principalmente per l’abbeveramento dei pascoli.
La presenza di diffuse emergenze sorgentizie è dovuta alla particolare conformazione geologica e geomorfologica dei Monti Lucretili: l’alternanza di formazioni calcaree e marnose, tipiche della zona di transizione pelagica della Sabina, fa sì che piccole falde sospese ospitate dalle formazioni più calcaree siano sostenute dalle formazioni marnose, meno permeabili. Dove le due formazioni sono in contatto tra loro, si creano zone di trabocco delle acque sotterranee