Continua l’azione di contrasto agli abusi di tipo urbanistico-edilizio all’interno dell’Area Protette. Da circa 10 anni il Servizio Guardiaparco ha segnalato alla autorità Giudiziaria competente circa 85 casi di realizzazione di strutture abusive, cioè costruite in assenza delle dovute autorizzazione in spregio a ogni criterio di corretta  gestione e programmazione del territorio.
 
Quello dell’abusivismo edilizio è uno dei più noti e dannosi fenomeni che stanno martoriando il territorio italiano ormai da decenni, dando luogo a una inesorabile erosione dei beni ambientali e paesaggisti nonché storico-archeolgico  che hanno fatto del nostro paese una tra le mete turistiche e culturali più rinomate al mondo.
 
Il paradosso è che il nostro legislatore ha concepito un apparato normativo di protezione e conservazione tra i più evoluti, ma d’altro canto, l’abusivismo edilizio costituisce un male endemico che sembra sedimentato nella coscienza dei più.
 
I reati che più frequentemente vengono rilevati dai Guardiaparco sono quelli previsti dal vincolo ambientale (art. 30 L. 394/91), dal vincolo paesaggistico (art. 181 D.L.vo 42/04), dal testo unico sull’edilizia (art. 44 D.P.R. 380/01) nonché dall’art. 734 del codice penale (Distruzione di bellezze naturali).
 
Nelle aree protette, forse, il perpetrarsi di tali reati appare ancora più grave. Proprio dove la conservazione dovrebbe essere la regola generale, vengono realizzate opere che pian piane sottraggono habitat vitali per tante specie animali e vegetali, peraltro protette da norme di carattere europeo, che nei parchi dovrebbero avere la possibilità di vivere indisturbate.
 
La demolizione di un opera abusiva, prevista per legge, rappresenta un importante risultato poiché viene rimarginata la ferita venutisi a creare con l’edificazione illegale, e una porzione di territorio viene restituito alla sua naturale evoluzione.
 
Notizia del 24 Giugno 2011