Il Convento di S. Nicola e il paesaggio dei terrazzamenti

Nicola è costituito da un edificio di culto in stile romanico a navata unica con torre campanaria prospiciente la facciata e da alcuni corpi distaccati inscritti nel perimetro murario.
La scarsezza di fonti bibliografiche sul complesso, oggi in stato di forte degrado, non permette di dire molto sulla sua storia e il suo utilizzo, ma si può ipotizzare che l’edificio religioso sia stato costruito in epoca altomedievale con una funzione di pieve agricola.
La struttura è stata sicuramente realizzata su un terrazzamento e sui resti di una villa rustica di età repubblicana, di cui sono ancora visibili resti di opere murarie con paramento in opus reticolatum lungo il muro aggettante verso il declivio ed elementi architettonici (stipiti, architravi, soglie) impiegati nelle murature medievali. Della villa romana sono rimaste inoltre tre cisterne, riutilizzate per la costruzione, e tracce di un mosaico in bianco e nero.

The Convent of St. Nicola consists of a a single nave church in Romanesque style with a bell tower overlooking the facade and some detached rests inscribed in the perimeter wall. The lack of a comprehensive bibliography concerning the religious structure, now in a state of great disrepair, does not allow to say much about its history and its use, but it can be assumed that the religious building may have been built in the early Middle Ages as an agricultural parish.
The structure was surely built on a terrace and on the remains of a roman rustic villa. It is still possible to see masonry and architectural elements (doors, lintels, sills) used in the medieval walls.

I terrazzamenti
Il paesaggio del versante occidentale del massiccio di Monte Gennaro e del Monte Matano è caratterizzato dalla presenza di un sistema di terrazzamenti, realizzati in opera poligonale o in scaglie di calcare, con ripiani estesi per lunghezze comprese tra 20 e 50 m, sulle cui origini e funzioni ancora si discute. Una parte dei terrazzamenti sono oggi poco visibili o comunque immersi in una fitta macchia che ne rende problematica l’identificazione. Le opere di disboscamento (“cese”) e l’impianto di oliveti negli anni ’30, la realizzazione di strade e la lottizzazione degli anni ’70 hanno determinato la distruzione o un significativo danneggiamento di molti muraglioni, con particolare riferimento a quelli pedemontani. La maggior parte degli studiosi colloca il periodo di realizzazione dei terrazzamenti in una fase antecedente la conquista della Sabina attuata dai Romani (290 a.C), associando tali opere al sistema insediativo sabino caratterizzato da piccoli nuclei abitativi (vici), assemblati a formare entità territoriali più ampie (pagi), dotatisi di strutture difensive in funzione antiromana durante le guerre sannitiche.
In epoca repubblicana (III-II sec. a.C.), la costruzione di ville romane nella fascia pedemontana potrebbe aver favorito l’instaurarsi di un’economia pastorale sulle strutture preesistenti, ipotesi che spiegherebbe il ritrovamento sui ripiani di frammenti di tegole.