Il bolide di orvinio e la sua scia luminosa

 

“Questa mattina, 31 agosto, verso le ore cinque e un quarto, apparizione di un magnifico Bolide. La sua traiettoria è stata da Sud a Nord, Nord-Est con moto lentissimo. Ha lasciato dietro di sé una grandissima scia luminosa ed ha terminatocon tredetonazioni. Lo stesso fenomeno è stato osservato pure a Velletri”. Questo si leggeva in prima pagina su L’Osservatore Romano di domenica 1 settembre 1872.

Seguirono nei giorni successivi articoli con descrizione più dettagliate dell’accaduto e le prime discussioni sulla traiettoria del meteorite. Da alcuni articoli emergeva l’effetto sugli abitanti che mai avevano visto una cosa del genere; “Il fenomeno qui fu veramente sorprendente, ed atterrò molti contadini che si ritrovavano nella campagna, e qualcuno rimase privo de’ sensi per qualche tempo, per i sassi infocati che cadevano vicini, e che prendevano per folgori a ciel sereno”, affermò il Rev. Don Valentino Valentini, Arciprete di Orvinio.

I sei frammenti del meteorite, del peso complessivo di 3.397 gr rinvenuti nell’arco di un anno (1872-1873), sono stati successivamente smembrati in più parti e inviati a numerosi laboratori europei ed americani, secondo una consuetudine che prevede lo scambio reciproco di campioni fra musei mineralogici e collezioni internazionali di meteoriti. Un grosso campione del meteorite, del peso di 735 gr, è tutt’ora conservato presso il Museo di Mineralogia del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Il ritrovamento dei frammenti del meteorite di Orvinio è di per sé un fatto raro soprattutto per le regioni centro-meridionali e insulari dell’Italia, ma è l’osservazione della sua caduta nell’atmosfera sotto forma di scia luminosa a costituire documento di grande interesse sia storico che scientifico. Solamente il racconto degli abitanti del luogo e l’intervento di personalità scientifiche dell’epoca hanno reso possibile la descrizione di un fenomeno che in molti altri casi non è stato possibile ricostruire.

 “This morning, 31st August, around 5.15 AM, there was a sighting of a magnificent Fireball. Its path was from South to North, North-East, with a very slow motion. It left a huge bright trail, and it terminated with three explosions. The same phenomenon has been observed also in Velletri”. This was the headline of the newspaper L’Osservatore Romano, of Sunday 1st September 1872.
The finding of the six fragments of the meteorite, of the overall weight of 3,397 grams, discovered throughout an entire year (1872-1873), is in itself a rare event, especially for southern and insular Italy. However, it is the observation of its fall in the atmosphere as a bright trail that is of greatest historical and scientific interest. Only thanks to the narration of the locals and the involvement of scientists of the time it has been possible to describe a phenomenon otherwise typically undocumented.

I meteoriti

I meteoriti sono ciò che rimane al suolo di piccoli asteroidi, detti meteoroidi, entrati in collisione con la Terra. La caduta dei meteoroidi è accompagnata da una scia luminosa chiamata meteora, bolide o stella cadente, che si forma per effetto della pressione dinamica generata dalla fortissima compressione dell’aria di fronte al meteorite. L’aria si riscalda e a sua volta riscalda il meteorite, che può raggiungere temperature di 3.000 °C.
I meteoriti costituiscono una piccola parte dei milioni di meteoroidi di varia dimensione, natura, traiettoria e velocità che ogni giorno penetrano nell’atmosfera, la maggior parte dei quali vaporizza prima di raggiungere la superficie della Terra.
Si ritiene che il pianeta sia investito ogni anno da qualche milione di tonnellate, per la maggior parte sotto forma di polveri molto fini. I meteoriti sono generalmente di dimensoni molto ridotte; il meteorite più grande finora ritrovato è quello di Hoba, in Sudafrica, del peso di ca. 60 t .