La fauna dei Monti Lucretili, pur avendo risentito nel tempo di molteplici cause di disturbo antropico, con particolare riferimento all’attività venatoria, è attualmente composta da un’elevata varietà di specie, in stretta correlazione con la grande varietà di ambienti naturali. Le fitte macchie del versante occidentale, i boschi misti delle aree centrali, le faggete e le quercete di alto fusto e i numerosi incolti costituiscono habitat preferenziali per specie con specifiche esigenze ecologiche.
Per quanto riguarda gli insettivori e i roditori, le specie più diffuse sono l’istrice (Hystrix cristata), che predilige l’area pedemontana, sebbene frequenti anche aree a quota più elevata, lo scoiattolo (Sciurus vulgaris meridionalis), maggiormente legato all’ambiente delle faggete e delle pinete, e il topo selvatico (Apodemus sp.), presente soprattutto negli ambienti ecotonali. Presenti anche il ghiro (Glis glis), il quercino (Eliomys quercinus), il pachiuro (Suncus etruscus) e alcune specie di toporagno.
La lepre (Lepus europaeus) è molto diffusa e frequenta sia le aree ai margini dei coltivi che i piani carsici in alta quota, ma può capitare di incontrare anche il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), la cui presenza è conseguenza delle introduzioni a fini venatori effettuati in aree limitrofe al Parco.
Tra i carnivori i più diffusi sono la volpe (Vulpes vulpes), presente in tutta l’area dagli abitati alla zone più elevate, la donnola (Mustela nivalis) e la faina (Martes faina), quest’ultima difficile da osservare. È’ accertata anche la presenza della martora (Martes martes) e del tasso (Meles meles). La presenza del lupo (Canis lupus) è stabile.
La popolazione di cinghiali (Sus scrofa) è aumentata notevolmente a seguito dei rilasci operati a scopo venatorio di esemplari di grossa taglia di provenienza est europea.

 

The fauna of the Lucretili Mountains, despite having suffered multiple anthropogenic pressures, especially from hunting activities, is still extremely diverse, reflecting the diversity of environments. The thick maquis shrubland of the western slopes, the mixed woodlands of the central area, the tall beech and oak forests, and the several patches of uncultivated grasslands, provide habitat for several mammal species.
In the protected area hunting and restocking of wild species are prohibited except for conservation reasons under the authorization of the park authorities. However, the introduction of non-native game species in the surrounding areas, causes their immigration within the protected areas, thereby compromising the genetic identity of the local populations and their progressive replacement by the non-native varieties. 

I ripopolamenti

Per “ripopolamento” si intende l’immissione in natura di individui appartenenenti a specie animali presenti in un territorio, al fine di aumentarne il numero o rinforzare geneticamente la popolazione.
Il problema è che questa pratica, di norma effettuata a scopi venatori, non è quasi mai preceduta da indagini ecologiche e biologiche sulle specie e sulla ricettività dell’ambiente in cui sono immesse. Si assiste purtroppo di sovente a introduzioni di specie estranee al contesto ambientale piuttosto che a introduzioni di specie già presenti o reintroduzioni di individui appartenenenti a specie scomparse un tempo presenti. Il danno ambientale che ne consegue si traduce nella compromissione dell’identità genetica delle specie autoctone presenti se non nella loro graduale scomparsa causata dall’immisione di specie estranee maggiormente competitive.
Nell’area protetta è vietata la caccia e non sono consentiti ripopolamenti  se non per finalità extra-venatorie prevedendo specifici controlli. Ma è chiaro che le immissioni di specie cacciabili nelle aree limitrofe al Parco sono causa di diffusione delle stesse anche all’interno dell’area protetta.
Talvolta, comunque, le attività sono progettate e monitorate a fini conservazionistici dal personale del Parco; è il caso del capriolo, diffusosi nell’area protetta sia spontaneamente che in seguito ad un intervento di reintroduzione della specie realizzato dall’Ente parco negli scorsi anni.