Gli animali al pascolo

Da sempre infatti siamo abituati a vedere vacche, cavalli ed altri animali al pascolo nelle praterie montane e nei pressi dei fontanili.

L’attività del pascolo è fondamentale nel mantenimento del giusto rapporto tra bosco e prateria, per ridurre il rischio di incendio e l’erosione, per mantenere elevati livelli di biodiversità, ma agisce su equilibri delicati e i suoi effetti possono essere benefici o devastanti, a seconda di come viene praticata.

Il pascolo ieri e oggi

Nella gestione rurale tradizionale, ogni pastore aveva pochi animali e li portava a pascolare in piccoli gruppi, sempre in movimento da un pascolo all’altro. Il pascolo era quindi regolare e diffuso in modo omogeneo in diverse praterie.
Oggi, gli allevatori sono meno numerosi, ma possiedono più capi di bestiame; l’allevamento è meno diffuso e spesso è svolto come attività secondaria, per cui il bestiame non è più guidato ma spesso viene lasciato libero di pascolare in montagna. Gli animali tendono quindi a stabilirsi in una prateria facile da raggiungere, poco in pendenza, vicino ad un punto di abbeverata. Di conseguenza, alcune aree sono pascolate in modo eccessivo, con più bestiame che rimane fisso nelle stesse aree, mentre le zone meno raggiungibili e più lontane dai fontanili non sono più pascolate.

Pasture is one of the traditional activities that better represent mountain landscapes. It is fundamental to maintain the right equilibrium between forests and grasslands, to reduce the risk of fires and soil erosion, and to maintain high levels of biodiversity. The environments in which grazing occur, are often regulated by delicate balances, therefore grazing can have effects ranging from positive to devastating, depending on where and how it is practiced.
In the traditional herding practice, each shepherd had few animals and would put them out to graze in small groups, constantly moving from pasture to pasture. Today, there are fewer shepherds but they have more heads of livestock. Farms are less common and often carried as a secondary activity, therefore the livestock is no longer herded but left free ranging in the mountains. The animals have then the tendency to establish themselves in grasslands with gentle slopes, and close to a water point.
A rotation in the use of grasslands and the planning of grazing periods would be necessary to allow the grassland ecosystems to be conserved, at the same maintaining the beautiful rural landscape of the Lucretili Mountains.

L’impatto sull’ambiente

Le conseguenze della mancanza di pascolo o di un pascolo eccessivo possono essere ugualmente negative per l’ambiente.
Il mancato pascolo, soprattutto nelle praterie secondarie, nelle aperture tra i boschi, fa sì che la vegetazione arbustiva si espanda, chiudendo velocemente le radure, che evolvono verso formazioni a macchia e, successivamente, boschive. In questo modo scompaiono progressivamente anche ambienti adatti alla fauna, con la perdita di un luogo di nidificazione per numerose specie legate agli ambienti aperti e di una zona di caccia per i rapaci. L’accumularsi di massa vegetale, per la crescita incontrastata di erbe e arbusti, aumenta inoltre il rischio di incendio.
Il pascolo eccessivo, invece, porta alla riduzione drastica o anche alla scomparsa delle specie erbacee, impoverendo il suolo ed esponendolo al rischio di erosione da parte della pioggia. Inoltre il pascolo libero di animali che si spostano molto, come i cavalli, può provocare l’apertura di nuovi sentieri, innescando fenomeni di erosione importanti.
È quindi fondamentale diffondere la cultura di una corretta gestione dei pascoli, che attraverso la scelta del bestiame adatto, la rotazione nell’utilizzo delle praterie e la pianificazione dei periodi di pascolo, permetta all’ecosistema di conservarsi e svolgere tutti i suoi tipici “servizi”: tutela dall’erosione, prevenzione degli incendi, mantenimento di habitat per le specie di fauna della biodiversità e, non ultimo, mantenimento dello splendido paesaggio rurale dei Monti Lucretili!