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Il Frosone comune (Coccothraustes coccothraustes), è un uccello passeriforme della famiglia dei fringillidi, l’unica specie del genere Coccothraustes.
Il suo nome latino ha origine dalle parole greche κοκκος (kokkos, "seme") e θραυω (thrauō, "rompere"), "colui che rompe i semi", in riferimento alle abitudini alimentari di questo uccello.
Il frosone infatti è prettamente granivoro e si nutre di semi, anche di quelli più duri, grazie al becco robusto e tozzo, di forma conica, ed alla forte muscolatura che lo muove, e che permette a questo animale di esercitare una forza che va dai 30 ai 50 kg e oltre. Grazie a questa forza il frosone riesce a rompere anche i noccioli notoriamente più duri dell’olivo e della ciliegia, fra i suoi preferiti. La dieta del frosone è, in generale, molto varia e legata alle stagioni. Durante i mesi primaverili infatti si nutre anche di larve, bruchi ed insetti, che riesce a catturare in volo
Presso la Stazione di Inanellamento del Progetto MonITRing, sulle rive del lago reatino di Ripasottile, per la prima volta sono state catturate di recente due femmine di questa specie, riconoscibili dalla colorazione meno vivace e più neutra rispetto al maschio, dalla fascia grigia sulla nuca meno estesa e dalle parti nere più sottili intorno agli occhi e sotto al becco. E’ stata necessaria l’esperienza e l’abilità degli ornitologi, per poterle estrarre dalle reti ed effettuare le misurazioni necessarie su questi esemplari dal becco particolarmente pericoloso…
La specie è largamente diffusa anche nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, anche se per il suo carattere schivo e diffidente, è molto difficile da avvistare e quindi anche da stimare. Predilige i boschi di caducifoglie a differenti quote, purchè con tanti alberi da frutto o con grossi semi: a seconda delle stagioni il frosone frequenta querceti, lecceti, faggete, o boschi misti con frassini, olmi ed aceri. Durante l’autunno, poi, si sposta verso boschi con carpini, tassi, susini e ciliegi; raramente frequenta anche frutteti e giardini
E’ una specie non cacciabile in Italia, ai sensi della Legge n. 157/92.
Notizia del 18/12/2017