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Sabato 26 settembre  il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, nell’ambito del Programma “ScopriNatura” promosso dalla Agenzia Regionale Parchi, ha  organizzato una giornata di conteggio dello Styrax officinalis.
Lo Styrax officinalis, detto storace e chiamato anche mella bianca (in dialetto di Palombara Sabina), è un arbusto dai bellissimi fiori bianchi.
Peculiarità botanica del territorio ed emblema del Parco dei Monti Lucretili, lo storace è considerato dagli esperti un vero e proprio “mistero” geobotanico: si tratta infatti di una specie tipica dei Balcani e dell’Egeo, con areale di distribuzione localizzato nel mediterraneo orientale.
Per migliorarne le conoscenze e valutarne la diffusione per altitudine ne è stata osservata, attraverso l’aiuto e la collaborazione dei partecipanti alla giornata,  la presenza su tre aree campione di 20 m. per 20 m. rispettivamente a 550m. slm, a 750 m. slm e a 900 m. slm. L’esperienza, nella sua serietà di studio,  ha comunque presentato anche alcuni momenti di divertimento. Il contributo del personale dell’Ente Parco, delle persone partecipanti e degli  esperti ha reso la giornata interessante e piacevole. In particolare il Prof. Pierangelo Crucitti, presidente della Società Romana di Scienze Naturali, ha coinvolto i più giovani anche nella ricerca degli insetti presenti nelle diverse zone osservate con il rinvenimento di una interessante specie di scorpione, di cui il professore ha fornito la seguente scheda:  Euscorpius flavicaudis, maschio adulto Valle Scoperta, Parco Naturale Regionale Monti Lucretili, Palombara Sabina (RM)
550 m E 317001 N 465921.3 UTM In bosco misto, substrato calcareo. 
Tutte le ricerche si sono svolte mediante l’utilizzo di apposita strumentazione e strumenti di schedatura.
L’osservazione è avvenuta sul Sentiero di Valle Scoperta  (Palombara Sabina). La partenza del gruppo costituito da venti persone e 6 tecnici del Parco è avvenuta intorno alla 9.00. E’ stato interessante osservare come la massima concentrazione di piante si verifichi nella zona di confine tra campi coltivati e bosco, dove viene normalmente utilizzata por costituire siepi e bordure e presenta, in pieno sole, una grandissima quantità di frutti, alcuni dei quali sono stati raccolti per consentirne lo studio nel laboratorio di chimica del Prof. Armando Doriano Bianco dell’Università la Sapienza di Roma.
 Notizia del 28/09/2015