Santa Maria del Piano e la presenza bizantina e longobarda nei M. Sabini

La struttura abbaziale, presumibilmente fondata nel IX secolo da Carlo Magno per una delle sue vittorie riportate sui Saraceni, viene citata nel registro Farfense a proposito di donazioni di terreni nel 1015-26 in favore dell’abbazia di Farfa.

Risale invece al 1219 il primo restauro eseguito dal presbitero Bartolomeo, come attestato su un’epigrafe sotto un archetto della facciata.

La chiesa ha pianta a croce commissa con un doppio abside. Nei muri (costruiti a secco) erano presenti decorazioni bizantino-longobarde (capitelli corinzi, bassorilievi figurativi, il rosone cosmatesco) e alcuni elementi di origine romana (fregi in stile dorico) attestanti la presenza, non lontano dal complesso sacro, di un tempio pagano.
Purtroppo, come troppo spesso avviene, la maggior parte di questi elementi di pregio sono stati saccheggiati nel tempo. Oggi rimane una struttura che, seppur spoglia, conserva ancora grande fascino in un luogo solenne e altamente suggestivo, dove sono ancora distinguibili i resti di quello che un tempo doveva essere il monastero.
La Torre Campanaria del XI sec, pertinente al convento, fu restaurata più volte nei secoli. Sul finire del medioevo l’importanza dell’abbazia fu notevole, ma poi anche per essa vennero la decadenza e l’oblio.

It is supposed that the abbey was founded in the ninth century by Charlemagne for one of his victories against the Saracens. The church plant is cross-shaped with a double apse. In the walls (built in lots) there were Lombard-Byzantine decorations (Corinthian capitals, bas-reliefs, a “cosmatesco” rose window) and some elements of Roman origin (Doric friezes) showing the presence of a pagan temple, not far from the sacred complex.
Unfortunately, most of these valuable elements were looted throughout the years. Today it remains a structure which, though bare, still has a great appeal in a highly suggestive and solemn place, where remains of what once must have been the monastery are still distinguishable.

Il Baluardo bizantino dei Monti Sabini Meridionali

Su gran parte dei Monti Sabini Meridionali, in buona parte coincidenti con i Monti Lucretili, erano presenti avamposti e strutture difensive realizzate dai Bizantini contro l’avanzamento dei Longobardi, linee militari (limes romani antilongobardi – limitòn bizantini) che costituivano un Baluardo antilongobardo. Di queste strutture rimangono solo alcune tracce, ma la geometria della linea difensiva può essere ricostruita anche attraverso un’analisi della toponomastica. I Longobardi, eletta Spoleto sede di un vasto Ducato comprendente l’Abruzzo e conquistata Rieti, si mossero lungo la via Salaria con lo scopo di invadere Roma, ma furono fermati proprio sul Baluardo: restò, così, romana la zona da Passo Corese alla riva del Tevere verso Orte e Perugia (corridoio bizantino Roma – Ravenna).

Scesi anche lungo la Valle del Turano, i Longobardi arrivarono a conquistare l’area montuosa intorno Vallinfreda sotto Colle Siufari (entrambi toponimi di origine longobarda), ma vennero arginati prima di Vicovaro dalle truppe romane. Da Montorio Romano (allora denominato Montorio in Romagna) a Vicovaro, passando per Scandriglia e Orvinio, i bizantini fortificarono il loro Baluardo attraverso posti di guardia che costituivano il sistema della “Guardia” e Castelliones (Castiglione, Rocca Pennino).

L’arte bizantina in Sabina

L’arte bizantina ha dei canoni specifici quali l’anti-plasticità, l’antinaturalismo e la religiosità, costituita da un continuo appiattimento e stilizzazione della realtà atto a valorizzare tutto ciò che è astratto, avvicinando così l’uomo al divino. Alcune decorazioni sono ancora distinguibili nelle abbazie di S. M. del Piano (bassorilievo raffigurante la caccia), S.M. In Vescovio (Torri in Sabina) e San Giovanni in Argentella (Palombara Sabina).