Trovano terreno fertile, ancora oggi, dicerie popolari sui funghi dato il numero incredibile di specie esistenti, il fascino e il timore che esercitano per le caratteristiche particolari di ognuna. Se raccogliamo e consumiamo funghi dovremo abolire le superstizioni dal nostro comportamento pericolose perché suggeriscono metodi, senza alcun fondamento scientifico, per riconoscere i funghi commestibili. E’ l’inizio di un cammino verso la tutela della nostra salute.
Il raccoglitore non deve scoraggiarsi per le migliaia di funghi che esistono in natura. Dovrà imparare a conoscere, preferibilmente, quelle poche specie che è abituato a raccoglie ma, questa volta, in maniera scientifica e non approssimativa.
La legge prevede che, chi desidera raccogliere funghi deve ottenere un tesserino rilasciato dalla Provincia (L.R. 32/1998). Bisogna preventivamente fare un corso micologico seguendo il quale s’impara a riconoscere le più comuni specie commestibili, velenose e mortali; inoltre, per qualsiasi dubbio sulla commestibilità della specie raccolta possiamo rivolgerci agli Ispettorati micologici delle ASL così da non rischiare un avvelenamento.

Nota:
In caso di avvelenamento:

    • Non ostacolare ma, incrementare vomito e diarrea;
    • conservare e portare al centro antiveleni i funghi o ciò che ne resta;
    • recarsi immediatamente  al Centro antiveleni o al Pronto soccorso più vicino;
    • non tentare rimedi tradizionali (latte, bevande alcoliche o altro) perché potrebbero provocare un peggioramento delle condizioni fisiche.